La decima edizione di CENTOPASSI s’è conclusa da un bel pezzo, come sanno bene piloti, passeggeri, staff e chiunque altri vi hanno preso parte a vario titolo; ch’è, poi, l’unico aspetto rilevante.
È stata, questa, l’edizione che ha condensato in sé tutto ciò che di bello e di brutto ha connotato la storia in questi 10 anni passati dall’inizio di codesta vicenda, motociclistica e umana; vicenda che ha finito per marcare il decennio trascorso modificando in modo irreversibile quello che è il “fare motociclismo” per non professionisti.
Il meteo avverso l’ha fatta da padrona, in un certo senso anche determinando la classifica finale visto che ha messo fuori gioco tra il secondo e il terzo giorno almeno 5 possibili candidati alla vittoria assoluta, perché il fango causato dalla pioggia scesa copiosissima hanno causato cadute a ripetizione, benché nessuna con conseguenze per i piloti.
Così, ad uno ad uno ne hanno fatto le spese, Dodo Lombardi, vincitore dell’edizione 2021, Davide Sirocchi, vincitore de l’Appenninica 2018 e Pasquale de Nittis allorché era in testa alla classifica provvisoria.
Le scivolate/cadute, oltre che un impatto sul morale del pilota portano sempre delle conseguenze in termini di danni alla moto e perdite di tempo; e il tempo è, alla CENTOPASSI, una delle chiavi di volta per il successo finale. E non sempre si riesce a recuperare quello perduto per imprevisti non auspicati alla partenza.
Dove non ha messo mano il meteo c’ha pensato la sfiga, com’è stato per Pino di Maria, tradito da una componente dal costo di meno di 20 euro di una moto marchiata del simbolo che, a detta del vulgo, è il non plus ultra dell’affidabilità; salvo scoprire che, invece, si rompe esattamente quanto e come tutte le altre. Anche Pino s’è dovuto arrendere quando era nelle prime 3 posizioni della classifica. nonostante un pneumatico tagliato alla fine della prima giornata e sostituito al volo grazie a quella strana cosa che lega i motociclisti veri;
di bello c’è che così ha battuto il record di traguardi raggiunti in auto, dimostrando il suo spessore umano.
I risultati
Al traguardo dei 100 ci sono arrivati in 6, tra cui una coppia, Alessandro Balsamo ed Eleonora Lucà bissando il risultato del 2021, ed una squadra, gli “Anziché” (al secolo Piero Abba e Alfredo Maggiani) che…. “avrebbero dovuto essere in uno” (ma questa è un’altra storia per pochissimi “intimi”).
Il 100° l’ha solo sfiorato Tommaso Bientinesi
fermandosi a 99 (che gli sono valsi comunque un eccellente piazzamento finale), stavolta non per colpa sua ma per una deviazione impostagli da una strada chiusa che gli ha fatto saltare un passo senza dargli la possibilità di recuperarlo.
C’è da dire che Tommaso è partito dalla Germania in moto per arrivare a Reggio Calabria da dove ha preso la partenza. Ed è tornato, infine, in Germania in moto, quindi di CENTOPASSI n’ha fatta più d’una!
Tommaso, però, ha fatto qualcosa di più notevole che fare 100, perché ha filmato tutta la sua CENTOPASSI raccontandola e chi vorrà potrà guardare larghi tratti della sua CENTOPASSI2023 attraverso questo link Blog V85 Travel.
Da rimarcare la performance dei “Dalle Alpi alle Piramidi”. I 5 torinesi (al secolo Fabrizio Oria, Bruno Oberto, Marco Polani, Piercarlo Taverna, Roberto Vincelli) hanno fatto 96 passi alla loro prima partecipazione; risultato ragguardevole ancor più perché ottenuto con una squadra numerosa.
CENTOPASSI è una gara a tempo, partecipare in 5 vuol dire moltiplicare 5 volte il tempo dei rifornimenti carburante, come di qualunque altra sosta. Chi sa di cosa stiamo parlando ben capisce, dunque, la rilevanza del loro risultato.
Pesantemente condizionata dal nuovo apparecchio di navigazione utilizzato per questa edizione è risultata, invece, la performance di Francesco Levrini che, al di là delle condizioni meteorologiche che lo hanno pure condizionato durante prima e terza giornata,
ha dimostrato di avere le potenzialità per puntare al massimo risultato. Francesco è partito, inoltre, in condizioni fisiche non certo ottimali, per accidenti pregressi che ne hanno limitato resistenza alla fatica e tempi di sforzo prolungato.
È un ottimo risultato, perciò, questo suo 8° posto nell’assoluta anche se non
rende merito alle sue indiscutibili capacità motociclistiche.
Ma la CENTOPASSI è anche questo.
Il risultato della squadra dei “Ber-Gat” (Diego Bergero e Graziano Gattari) è, secondo la Direzione Gara, quello più pesantemente condizionato dal meteo avverso che li ha dapprima rallentati e costretti a deviazioni varie per via di strade chiuse/impraticabili; poi impedito il raggiungimento di alcuni passi a nord di Visso, ov’erano posizionati inoltre anche la maggior parte dei wp di riserva selezionati.
Diego e Graziano sono “centopassisti” storici ed hanno ripetutamente raggiunto il traguardo del 100° passo nelle passate edizioni. Ciononostante quest’anno non sono riusciti ad andare oltre un 9° posto nell’assoluta che è comunque valso loro un 3° posto a squadre.
Ma, come detto, CENTOPASSI è anche questo.
Davvero notevole è stata la performance de “I Johnsoniani”. Dovevano essere in 4, cioè due coppie (anche nella vita), sfumate infine per l’improvvisa indisponibilità di Laura che non ha potuto “navigare” il suo Andrea. Alla fine i 3, cioè Andrea Poloni e Gianluca Bertagna navigato da Gloriana Colombelli, hanno fatto 72 passi
e un filmato che ha spopolato sui social nel quale li si vede cimentarsi, intenti a raggiungere un wp tra le province di Isernia e Benevento, letteralmente nel guado di un fiume in piena.
Il loro percorso, in parte condiviso da altri piloti di cui diremo, è stato quello più coinvolto nelle ire di Giove pluvio per tre dei quattro giorni di gara. Gianluca e Gloriana, inoltre, si sono classificati terzi nella speciale classifica delle coppie.
Altrettanto notevole è stata la performance di Luigi Valsorda navigato da Melissa Melato. Luigi, alla sua seconda partecipazione e per la prima volta in coppia, ha fatto 73 passi, anch’egli condividendo per lunghi tratti la percorrenza di aree territoriali particolarmente bersagliate da condizioni meteo al limite del proibitivo. Luigi e Melissa sono secondi nella classifica a coppie
Notevolissima è stata la performance di Stefania Pirri, che alla sua primissima partecipazione, e in solitaria, ha totalizzato 78 passi e, soprattutto, ha raggiunto una piena consapevolezza della propria maturità motociclistica che le consentirà d’ora in avanti di cimentarsi con qualunque altra sfida. Incredula, quasi, al traguardo era talmente contenta che ha balbettato poche parole provando a spiegare perché aveva la leva del cambio totalmente piegata alla domanda di chi le chiedeva come fosse riuscita ad usarla.
Anche il percorso di Stefania s’è dipanato lungamente nella zona particolarmente bersagliata da condizioni meteo significativamente sfavorevoli.
Su Massimo Corsini si potrebbero scrivere libri…dopo averlo visto andare in moto possiamo ben dire che il numero dei passi fatti, pari a quello dei suoi anni, non dice la verità sulle sue notevoli capacità motociclistiche. Probabilmente un meteo meno invasivo lo avrebbe portato ad un risultato assolutamente più prossimo al 100°.
Veniamo ai “delusi”.
In realtà, alla CENTOPASSI delusi non si può essere. Mai. Cimentarsi è già di per sé un successo ed un privilegio, come tutte le cose belle riservato a pochissimi. Ma CENTOPASSI è anche una gara, che ciascuno affronta con l’obiettivo di migliorarsi e di ottenere una performance più importante di quella degli anni precedenti o comunque più prossima possibile al massimo. E così, certamente non era contento del risultato finale Pasquale de Nittis, già arrivato in passato al 100° e partito con tutte le intenzioni di fare l’assoluta, con un percorso ben articolato e calibrato alle sue capacità ed alla sua cavalcatura. Ed è anche stato, a tratti, in testa finché una fangata l’ha letteralmente steso, rendendogli anche difficile tirare su la moto e rimetterla in carreggiata, compromettendone anche parte del sistema frenante.
Alla luce di questo, 10° nell’assoluta con 90 passi fatti non è affatto un cattivo risultato, anche se all’arrivo Pasquale non la pensava così.
Neppure Laura Farronato è contenta del proprio risultato finale. 58 passi fatti, per lei che in passato ne aveva fatti molti di più, le sono sembrati non soddisfacenti. Non considera, però, Laura, che ha seriamente rischiato di non arrivare al traguardo quando, scivolata ripetutamente anche lei sul fango in un punto isolato dell’Appennino tosco-emiliano, per molte ore non è riuscita a tirare su la moto né la prima né la seconda volta.
Sicuramente non è contento Davide Sirocchi, vittima come altri del fango e del meteo avverso. Davide è un vincente, come ben noto.
Ma CENTOPASSI non perdona e l’esperienza non basta a garantire il risultato finale certo. Spiace per quanto gli è successo perché, come per de Nittis, il suo percorso aveva tutte le potenzialità per permettergli di puntare all’assoluta.
Contenti non sono neppure Gianluca Testa e Cristian Cannata del “Roteam”.
Ed è innegabile che quanto meno il loro accanimento nel raggiungere wp posizionati in posti davvero impervi avrebbe meritato sorte migliore. Alla fine, però, un 4° posto a squadre e 11° nell’assoluta non sono niente male per loro che sono partiti dalla Romania e che, quindi, tra andata e ritorno di CENTOPASSI ne hanno messe insieme tre!
Michele Boscolo e Dodo Lombardi, ciascuno a modo suo, hanno anche loro dei rimpianti per com’è andata la CENTOPASSI2023. Va detto ad onor del vero che entrambi sono centopassisti da 100 già fatti; Dodo, addirittura da vincitore dell’assoluta nel 2021 e ripetutamente a risultato pieno in varie edizioni. Ad entrambi, però, quest’anno va una menzione speciale. A Michele per il massimo della sfortuna e per essere riuscito a forare al GP di Matera (può esservi posto migliore per riparare una gomma?).
Spiace per Elia Bonacina e Riccardo Massari (i “Cinghialoss”), costretti al ritiro a metà della terza giornata. Nel loro caso l’inesperienza della prima partecipazione è risultata determinante rispetto a tutto il resto e…quando finiscono le gomme che si è, troppo lontani dal traguardo e troppo lontani da casa, la scelta sul dove puntare è pressoché d’obbligo.
Spiace, e molto, anche per Michael Cassel da Dusseldorf.
Il plurivincitore del Motogiro è stato tradito dalla sua moto già a metà della prima giornata di gara, ed a nulla è servito il pronto intervento dell’ottima officina TNT di Siena.
Spiace moltissimo anche per Pino di Maria: è necessario che si faccia benedire, vista la sfiga che lo perseguita.
Tra chi ha fatto 100 Francesco Marazzi è certamente tra i più soddisfatti.
Oltre alla performance, è tornato a casa con un numero notevole di targhe e medaglie, tali da soddisfare tutte le esigenze di arredamento della stanza dei ragazzi. Il suo 5° posto nell’assoluta e 4° nella individuale, quindi, vale tanto oro quanto pesa.
Non parliamo, poi, della contentezza di Bartolomeo Badagliacca. Bart non è nuovo della CENTOPASSI, ed è già centopassista da 100°. Ma per la prima volta partecipava in solitaria e con una “motina” di soli 350 cc, monocilindrico a corsa lunga. Riuscire a fare 100, con una caduta che gli ha portato via oltre un paio d’ore (tanto c’è voluto, alla fine, per rimettere in strada la moto),
classificandosi 4° nell’assoluta e 3° nell’individuale, risultano davvero un traguardo notevole. E in più, a giudicare dalle sue foto, s’è anche parecchio divertito.
Gli “Anziché”, l’abbiamo accennato, non sarebbero dovuti esistere. Nel senso che sarebbe dovuto partire solo Piero Abba, perché circa le possibilità di partecipazione di Alfredo Maggiani c’era più d’uno che aveva delle perplessità sfocianti in veri e propri divieti.
Alfredo, però, alla fine è partito e il risultato è sotto gli occhi di tutti: Pietro e Alfredo hanno fatto 100 ch’è valso il 3° posto nell’assoluta e la vittoria della classifica a squadre.
Alessandro Balsamo, magistralmente navigato da Eleonora Lucà (ch’è anche compagna di vita) si sono classificati al 2° posto, vincendo la speciale classifica delle coppie.
CENTOPASSI è molto faticosa per il fisico e la mente. Affrontarla in coppia può aiutare a gestire meglio la fatica mentale, ma certamente accresce in modo esponenziale quella fisica. Di entrambi.
Il Vincitore
La decima edizione di CENTOPASSI l’ha vinta Eugenio Ferrari, con un percorso che si è sviluppato lungo 3024 km complessivi, vincendo quindi anche il premio speciale “Culo di ferro”.
Eugenio ha così stabilito il nuovo record di vittorie assolute, TRE (1° nel 2020 in coppia con Alessandro Ambrosi; 1° nel 2022; 1° nel 2023); ha eguagliato il record di Roberto Franzini di 2 vittorie consecutive; ed è l’unico tra i vincitori della CENTOPASSI ad aver primeggiato utilizzando 3 moto diverse (Honda Africa Twin nel 2020; Harley Panamerica nel 2022; BMW GS 1250 nel 2023). In precedenza (2018) era stato il primo (e finora unico) Harleysta a fare 100 gareggiando con una Road King Classic. Il ragazzo sa il fatto suo, non c’è dubbio!
Tra tutti questi record il più sorprendente, però, sono di certo i 3024 km fatti quest’anno, nonostante la riduzione di orario complessivo imposta dal Regolamento 2023. Il pregio di tale risultato, però, non è comprensibile da tutti, ma solo da chi sa cos’è davvero CENTOPASSI: possiamo garantirlo, è notevolissimo!
Onore, quindi, a Eugenio Ferrari.
Qui potete leggere la classifica finale CLASSIFICA FINALE CENTOPASSI2023.
E qui trovate l.’Albo d’oro della CENTOPASSI
Il Traguardo.
CENTOPASSI s’è conclusa a Monte Sant’Angelo, perla del Gargano.
Centro della festa e dell’ospitalità è stato l’Hotel San Michele Arcangelo.
Né luogo né Hotel hanno certo bisogno di presentazioni, e neppure necessitano delle credenziali che CENTOPASSI può dare e che, peraltro, in questo caso non possono che essere massime. Puntualità, pulizia, gentilezza, disponibilità, quantità, qualità, collaborazione piena ed assoluta; abbiamo avuto tutto questo e di più.
In una parola ECCELLENZA, questo abbiamo avuto.
Il tutto condito da un panorama che non ha eguali al mondo
e che la sera della festa ci ha fatto sentire come se gli angeli fossimo noi.
Un grazie speciale a Pasquale, vera e propria anema & core della struttura; ma in generale tutto il personale ha dimostrato capacità e professionalità da riferimento.
Lo Staff
Come negli anni precedenti, senza Oscar Rossi non ci sarebbe stato nessun allestimento al Traguardo. Senza Barbara Nonna e Federico Sambruni non ci sarebbero né immagini né filmati del traguardo e della festa finale.
Ancora prima, CENTOPASSI non è mai possibile senza Marco & Beniamino, quest’anno a parti invertite.
Il grazie a tutti loro è non scontato, ma doveroso.
Il Gargano.
E così anche lo sperone d’Italia è stato sdoganato come traguardo di un evento (CENTOPASSI non è, semplicemente, un “evento”, ma qui serve utilizzare una parola di comune comprensione) di portata internazionale.
In queste 10 edizioni ci siamo sforzati di trovare chicche nascoste -facendone traguardi che rimarranno negli annali- o comunque poco note al grande pubblico dal quale, peraltro, rifuggiamo. E c’è un motivo, che trae origine proprio dal Gargano e dello scempio che è stato fatto del suo preziosissimo territorio (ma il discorso è estensibile a tutta l’Italia), dagli anni ’70 in poi e che vive in parte nella narrazione di chi ha visto coi propri occhi tracce di mura costruite alla maniera dell’ opus reticularum romano e di una strada romana con i basoli posti a continuum, distrutti per far posto ad una nota SSV “per favorire il turismo di massa” si disse allora. In parte nel ricordo vivo e personale dei lavori di sbancamento di mezze colline il cui materiale di risulta è stato usato per riempire (in tutta fretta) grotte cristalline, bianchissime come le case delle fate. Era, quello, un tempo in cui si girava con i Ciao e le Vespette, in calzoncini corti e seguendo le strade perché si sapeva un po’ di geografia.
Tutto sacrificato all’ignoranza e al profitto.
Ma ciononostante è rimasto ancora questa meraviglia.
A nostro modesto avviso, le cose belle e preziose sono per pochi; pochissimi. La loro diffusione al grande pubblico non le rende affatto migliori secondo noi ma, al contrario, le volgarizza, banalizzandole e traslandole sul piano di proposta per turismo di massa.
Non è questa, né lo è mai stata, la filosofia di CENTOPASSI.
Dieci anni.
In questi 10 anni abbiamo organizzato oltre alle 10 edizioni di CENTOPASSI, la Vieste-Viareggio nel 2017, 4 edizioni della 33.900.1 (2016, 2017, 2018, 2019), 2 edizioni de l’Appenninica, la Young di CENTOPASSI e de l’Appenninica nel 2019. Se aggiungiamo le Reunion annuali, tra promosse e direttamente organizzate, arriviamo a 27 eventi.
Mai abbiamo puntato a fare numero. Non l’abbiamo fatto neppure quando i nostri video arrivavano ad oltre 150 mila visualizzazioni sui social.
Non siamo affatto interessati alla massa: cerchiamo motociclisti di qualità e persone di spessore.
Eppure (o, se si vuole, Ebbene), stando ai nostri database ciononostante contiamo complessivamente circa 1250 partecipanti complessivi ai nostri eventi, di cui 873 non ripetuti. I nostri piloti hanno percorso, in gara, solo nell’anno 2016 complessivamente più di 311.000 km. Il totale di questi 10 anni non stiamo neppure ad ufficializzarlo perché non ci crederebbe nessuno; ma provare a far due conti non è difficile, visto che con meno di 1800 km non si può fare nessuna CENTOPASSI, con meno di 950 Km nessuna 33.900.1 e con meno di 800 Km nessuna Appenninica.
Siamo l’evento nazionale ch’è traguardato più a sud in Italia (Santa Maria di Castellabate, anno 2018) e l’unico che ha finora traguardato in Basilicata (Sasso di Castalda, anno 2016) ed in Puglia (Monte Sant’Angelo, anno 2023), nonché quello col traguardo più a nord in Italia (Madesimo, anno 2019). Siamo stati, inoltre, gli unici in Italia ad aver confermato e svolto gli eventi programmati nell’anno 2020 senza spostarli neppure di un solo giorno (e non l’abbiamo mandata a dire)
Ci siamo sforzati di fare il massimo per mantenere in questi 10 anni i costi di iscrizione al livello più basso possibile senza doverci svendere, e senza esserci venduti a nessuno.
Abbiamo provato a creare un modo di andare in moto mescolando agonismo, avventura, scoperta, amicizia vera per cercare di moltiplicare enne volte il piacere, che comincia dalla programmazione e passa per l’incontro casuale durante la gara, per la narrazione la sera del traguardo e nei giorni successivi, e che si reitera durante gl’incontri conviviali (alle Reunion ed in qualunque altra occasione di ritrovo collettivo e/o parziale) dove è un continuo raccontarsi e raccontare, ciascuno della propria CENTOPASSI che, così, diventa collettiva rinnovandosi ogni volta. Ed ogni volta è un rituale che si ripete.
Un mix che annualmente riesce a generare qualcosa di assolutamente nuovo ed inedito rispetto ad ogni altra CENTOPASSI precedente.
Possiamo dire, a ragion veduta, di non esserci fatti mancare davvero nulla e di aver portato a conclusione gli eventi nonostante l’ostracismo sostanziale delle varie amministrazioni locali, con le uniche eccezioni -davvero rimarchevoli per disponibilità, capacità ed efficienza- di Piandelagotti (traguardo 2015), Matelica (reunion 2015), Gallio (traguardo 2017) e Madesimo (traguardo 2019).
Più in generale, con l’esperienza che abbiamo fatto (a nostre spese!) più a sud di San Benedetto del Tronto si può fare tutto, basta stare lontanissimi dalla pubblica amministrazione. Ovviamente, vi saranno delle eccezioni, ma noi non abbiamo avuto la fortuna di trovarle.
I privati, invece, al sud sono decisamente un’altra cosa!
Siamo riusciti nei nostri intenti?
Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi?
“Ai posteri l’ardua sentenza”.
Certo è che CENTOPASSI è stata definitiva in tanti modi, da ”la Dakar italiana” (Presidente dei Black Sheep, 2015), a “dichiarazione d’amore per l’Italia” (Gianni Pogliano, 2015), a “la laurea in motociclismo che ti prendi da solo” (Kiddo Nannini, 2015), etc., etc. Tutti lusinghieri e gratuiti.
Sicuramente non siamo per tutti; e non lo siamo mai stati, sin dalle origini.
Sicuramente non siamo inclusivi; e ci teniamo a non esserlo.
CENTOPASSI è, invece e sicuramente, condivisione e coinvolgimento; di surrogati ce ne sono tanti e per tutti i gusti: ad essi lasciamo volentieri l’inclusività, come anche la libertà di illudersi di….
Buona strada a tutti e arrivederci. Da qualche parte, su una qualche stradina, in cima ad un qualche passo di quelli che sappiamo solo noi, c’incontreremo e annusandoci come i cani ci riconosceremo. Anche tra mille anni.
Perché CENTOPASSI è CENTOPASSI.
Ferragosto 2023.
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