Proseguiamo con la carrellata dei Protagonisti della
CENTOPASSI 2015 con …. il PREMIO “CULO DI FERRO” l’anno scorso appannaggio del vincitore e che quest’anno ha trovato due eredi altrettanto degni!
Damiano CIOPPETTINI e Mimmo Mauti
Fanno i Poliziotti della volante di mestiere; l’approccio che hanno avuto con la CENTOPASSI è stato serio come quello che hanno col loro lavoro.
Che fossero Poliziotti lo abbiamo imparato quando li abbiamo incontrati ed abbracciati al Traguardo; ma che ci fosse qualcosa di “particolare” ed assolutamente “fuori dal comune” in loro lo avevamo sospettato già verso la fine della prima giornata di gara, quando il riscontro dei loro tracker riportava performance davvero superlative, con un recupero di posizioni nella seconda parte della giornata letteralmente stupefacente: sembrava che andassero il doppio degli altri!!!!!
E così ….glielo abbiamo anche detto, mandando loro un messaggio via watsapp: “ammazza voi due quanto andate forte”. Era più o meno l’una di notte….
Abbiamo scoperto, poi, parlandone al traguardo, che l’ascolto di questo messaggio aveva messo addosso loro una carica enorme per proseguire ed andare avanti completando la loro prima tappa, perché l’avevano ascoltato in un momento particolare, di stanchezza e fatica; uno di quei momenti in cui …quasi quasi molli.
Noi non crediamo che avrebbero mollato realmente, ma ci fa piacere credere che sia stato così….
Oltre questo dobbiamo dire che tutti i ragazzi della CENTOPASSI 2015 sono speciali; e che speciale è la storia di ciascuno di loro, come avete avuto modo di rendervi conto finora leggendo quelle che abbiamo pubblicato.
Ma quella dei Panthers, senza nulla togliere alle altre ed agli altri, ha qualcosa in più che, leggendo e rileggendo, ci siamo accorti che, in realtà…ce l’hanno proprio loro due, i protagonisti.
Allora, tanto di cappello ai nostri “Poliziotti volanti” e vediamo cosa ci hanno raccontato….
Damiano Cioppettini e Domenico Mauti, vincitori del premio “Culo di Ferro”. Ve lo aspettavate?
Abbiamo partecipato per vincere questo premio.
E’ andata bene direi, siamo riusciti a percorrere 2869 km in ottanta ore di gara.
Nonostante ci sono stati assegnati molti punti di penalizzazione per aver superato di 469 km il limite di percorrenza massima di 2400 km imposti dal regolamento della manifestazione, siamo riusciti a piazzarci anche terzi come squadra.
Siamo felicissimi per questo piazzamento. Ma non sono state tutte rose e fiori.
La CENTOPASSI è una manifestazione durissima
e il premio “Culo di Ferro” è stato sofferto….molto sofferto, perché man mano che venivano stilati i risultati parziali delle classifiche, consultabili dai nostri telefonini, ci rendevamo conto che i partecipanti in gara erano degli autentici “mostri”, tanti con molta più esperienza di noi, e la paura di non riuscire a portare a casa qualche risultato era sempre presente.
Anzi, è stata proprio a causa di questa consapevolezza maturata nel tempo che in un’occasione siamo stati vicini ad abbandonare la gara. Il crollo psicologico cresciuto dal timore che quello stavamo facendo, l’impegno, la costanza, la determinazione, sarebbero stati inutili una volta arrivati a San Pellegrino in Alpe, sede del traguardo, ci stava per tirare un brutto scherzo. Avevamo quasi deciso di abbandonare e non riuscire ad arrivare nemmeno ai 100 passi superati. E’ stato il momento più sofferto della gara. Abbiamo preso consapevolezza di aver fatto qualcosa d’importante solo quando la mattina del 2 giugno abbiamo letto la classifica.
Cosa pensate sia stato determinante per arrivare a questo risultato?
Tutta la nostra preparazione alla CENTOPASSI è stata studiata per perdere il meno tempo possibile durante il viaggio e non sottovalutare nulla, non lasciare nulla al caso.
Per fare un esempio, la scelta, non affatto scontata, di viaggiare nelle ore notturne. Di notte, i pericoli per noi motociclisti aumentano a dismisura: la scarsa visibilità e gli animali di ogni tipo che ti tagliano la strada ne sono solo due aspetti.
Per questo ci siamo imposti dei livelli di sicurezza elevati a cui ci dovevamo attenere.
Nella programmazione della tabella di marcia avevamo previsto nelle ore notturne velocità ridotte, che in alcuni casi sono state molto al di sotto dei limiti già imposti dal Codice della Strada, e soste più lunghe approfittando per mangiare qualcosa e bere caffè tenuto caldo in un thermos.
Regola fondamentale, che poi è valsa per tutta la durata della manifestazione: in caso di stanchezza fermarsi e trovare un posto per dormire. Per questo avevamo stilato una lunghissima lista di emergenza, chiamiamola così, di hotel ed alberghi con relativi numeri telefonici che si trovavano lungo il nostro percorso. Strutture che avevamo preventivamente chiamato per sapere se potessero accoglierci in qualsiasi ora della notte e del giorno.
Ripetiamo, nulla è stato lasciato al caso. Come, per altro, la decisione di programmare l’arrivo sull’Abetone, a pochi km dal traguardo, alle 09:00 di mattino dell’ultimo giorno, ben otto ore prima dell’orario di termine gara. Scelta presa per lasciare un margine di tempo a eventuali inconvenienti, imprevisti, o in questo caso, soste più lunghe per riposare qualche ora in più se stanchi.
Man mano che ci avvicinavamo a San Pellegrino in Alpe aumentavamo le soste e il loro tempo di durata rispetto a quelle programmate, in base al rapporto km rimasti/tempo rimasto a fine gara.
Quest’azzeccata gestione del tempo e lo studio meticoloso strada per strada, ci ha permesso di affrontare il viaggio nella massima tranquillità, goderci le meraviglie della natura e soprattutto non incappare in nessuna penalità riguardante il superamento dei limiti di velocità o altro. Di questo ne siamo orgogliosi, è stato per noi uno degli obiettivi più importanti. E’ bene ricordare che eravamo continuamente monitorati dalla Direzione di gara tramite tracker gps istallato sulle nostre moto, pronta a penalizzarci pesantemente nel caso di trasgressioni del regolamento della manifestazione, dove norma fondamentale è il rispetto del Codice della Strada.
La nostra occupazione lavorativa, per sua natura, ci impone di guidare anche tutta la notte e, nel caso di prolungamento obbligatorio dell’orario di lavoro, di superare le dodici ore, o le diciotto ore continuative in una sola giornata, come è capitato a pochi giorni della partenza della CENTOPASSI. Orari di lavoro in cui siamo sottoposti a responsabilità, fattori di stress e di pericolo importanti e di molteplici tipi, e nella quale dobbiamo necessariamente mantenere altissimi livelli di attenzione e prontezza per salvaguardare la nostra sicurezza, quella dei nostri colleghi e della collettività. Vivendo da tantissimi anni in questa dimensione, cavalcare la notte la nostra moto “solo” PER PURO DIVERTIMENTO, ci ha permesso di guidare le restanti ore di gara con la massima serenità e determinazione, e non ci stancheremo mai di dirlo………DIVERTENDOCI; gli ingredienti fondamentali che ci hanno permesso di raggiungere certi risultati e di come intendiamo noi il Motociclismo.
La nostra intenzione non è mai stata il confronto con gli altri partecipanti, ma capire fino a dove l’amore per le nostre moto e il mototurismo più in generale potevano spingerci.
Siamo stati così maniacali nell’organizzare la gara che avevamo previsto anche quanti litri di benzina mettere ad ogni sosta, portando con noi il corrispettivo in banconote nell’eventualità che il servizio bancomat non funzionasse.
Solo ad una cosa non avevamo pensato. Avevamo preparato dei fogli dove era annotata la successione dei passi da attraversare, gli orari previsti di passaggio e tutte le note utili di viaggio. Tutto perfetto. Foglio attaccato al serbatoio con il nastro adesivo e scambiato con il successivo ad ogni inizio nuova tappa.
Il problema è arrivato la notte. Non riuscivamo più a leggerli per il buio e ogni volta ci dovevamo fermare e illuminarci perdendo dei minuti inutili. La prossima volta ci attrezzeremo con un roadbook provvisto di luce.
Raccontateci il vostro itinerario. Quale è stato il luogo più bello in cui tornerete con più calma?
Le nostre montagne sono i Monti Sibillini e la catena del Gran Sasso, e quando ci siamo messi a tavolino per decidere l’itinerario abbiamo detto: ”Andiamo a scoprire le Alpi, questa è l’occasione per farlo”.
Così 74 dei 100 passi scelti li abbiamo individuati tra la Lombardia il Trentino Alto Adige il Friuli Venezia Giulia ed il Veneto. Fantastico!!! Abbiamo attraversato luoghi incredibili di cui non avremmo mai nemmeno conosciuto il nome se non grazie alla CENTOPASSI.
Tant’è che abbiamo deciso di visitare durante la gara altri passi in più rispetto a quelli dichiarati nel nostro elenco di gara. Tra questi il Passo dello Stelvio, la Bocca del Braulio, il Passo Gavia e la Panoramica delle Vette. Al termine della competizione i passi attraversati, compresi nella lista generale della CENTOPASSI, sano stati 107. Come se non bastasse, ci siamo presi “il lusso” di fare turismo, ma non ne potevamo fare a meno, le Alpi sono fantastiche.
Scegliere il luogo più bello è praticamente impossibile, ognuno unico e ormai legato in qualche modo ad un’esperienza di gara.
Il passo Manghen ci ha lasciato a bocca aperta. E’ stato come un regalo di Natale, che mentre sali, curva dopo curva lo scarti, e come sorpresa, arrivato in cima, trovi quel panorama fantastico con quel laghetto e quella baita sulla sponda. Ci ha sorpreso il Passo del Vivione. Stretto e pericoloso per la mancanza di barriere di protezione a proteggerci dai suoi precipizi, è stato affascinante ed esaltante nello stesso tempo. Ci ha colpito il passo della Borcola per la sua calma. Le sue curve dolci e la sua ombra dei suoi infiniti boschi ci ha ricaricato d’energia; sembrava quasi sapesse delle fatiche che dovevamo ancora affrontare. Sono stati inseparabili compagni di viaggio che non ci hanno mai abbandonato e che torneremo sicuramente e trovare.
Che esperienza è stata la Centopassi 2015 a livello personale e motociclistico?
Carichi di quelle emozioni accumulate lungo il viaggio, la prima cosa che abbiamo detto a Matteo ancora prima di scendere dalla moto sotto il traguardo di San Pellegrino in Alpe è stato: ”Grazie”.
Quell’unica parola racchiudeva in quel momento tutto il nostro stato d’animo e vi assicuro stava per esplodere da un momento all’altro. Abbiamo visto più di una lacrima scendere. Credo non ci sia più altro da dire.
Centopassi 2016. Che obiettivi vi siete posti per il prossimo giro?
L’obiettivo sarà rivivere quello che abbiamo vissuto quest’anno.
Soprattutto confermare il modo e lo spirito che ci ha caratterizzati e con cui abbiamo affrontato la CENTOPASSI 2015. Crediamo sia fondamentale e indispensabile.
Qualsiasi sarà il nuovo traguardo cambieremo il più possibile i passi da attraversare così da permetterci di esplorare una parte diversa d’Italia.
Cercheremo di prendere meno penalità possibili. Questo significa rispettare il limite massimo di chilometri percorribili e conseguentemente dire addio al Premio “Culo di Ferro 2016”. Ma non fa nulla, non sarà un nostro scopo.
Del resto, la vittoria è personale, è dentro di noi. Vince chi riesce a realizzare i propri obiettivi.
E come dice Matteo, l’importante è arrivare al traguardo. Noi non ci credevamo, pensavamo fosse solo un modo per invitarci alla prudenza, e invece no, ci siamo dovuti ricredere, aveva proprio ragione.
Grazie Matteo e grazie a tutti i partecipanti di quest’anno. Persone fantastiche.
Ci vediamo nel 2016!!
Damiano Cioppettini & Domenico Mauti (i PANTHERS)
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